Ieri sera arriviamo a casa verso le nove e mia figlia si mette a letto tutta vestita e con gli occhiali, sotto le coperte fino alla testa col cellulare in mano. Io non sono voluta entrare nel merito delle sue questioni aperte, alcune anche con me, la maggior parte legate alla difficoltà di conciliare le vecchie amicizie delle medie con le nuove delle superiori e per lei che vive le relazioni come l’aspetto principale della sua vita, “il problema” in questo momento.
Non voleva parlare, e sinceramente nemmeno io, ma non volevo lasciarla sola, in qualche modo c’era una richiesta di aiuto in questo suo insolito comportamento. Le ho detto di spogliarsi che sporcava le lenzuola, ma si è rifiutata più volte, alla fine sono salita sulla pedana del suo letto a castello, ho sollevato la coperta e ho cominciato a spogliarla io. Credevo che avrebbe urlato, che si sarebbe rifiutata, che si sarebbe ribellata ancora di più. Invece mi ha lasciato fare, un po’ imbarazzata perchè chissà quant’è che non facevo più una cosa simile. Ma in questo toglierle gli abiti e metterle il pigiama è tornata tra di noi un’intimità e una familiarità che le ha ridato serenità, la sua vergogna iniziale è svanita e la mia naturalezza le ha ricordato che sono sua madre, che ci sono e che di me si può fidare, senza che io la giudichi, per una volta almeno, o la voglia per forza salvare o aiutare con una delle nostre lunghe chiacchierate. Questo è quello che io ho percepito nella tensione che la abbandonava, nel sorriso che le tornava, che anche se cresce e deve fare da sè, anche se si comporta in maniera aggressiva e insofferente persino con me, in questa sua turbolenta esistenza di quattordicenne che deve farcela con le sue forze, io non la abbandono, continuo ad esserci, a starle accanto, anche da lontano, anche dall’esterno. Chissà se a pelle ha percepito, ieri sera come chissà quante altre volte ancora in futuro, che questo è proprio quello che ho intenzione di fare con lei, sole della vita mia, fiore prezioso che sta sbocciando.
Bocciolo
aprile 2, 2012 di caterinacomi
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Mi viene da piangere…perchè da qualche giorno, quando la metto sul fasciatoio e la spoglio, la mia bambina mi chiama “mamma!”, io mi volto , la guardo e lei mi attira a sè per un abbraccio…ed è il momento più bello della giornata.
Che bello quel tuo spogliarla e rivestirla! Lo si fa per tanto tempo, inconsapevoli del carico d’amore che c’è! Grazie
E la cosa bella è che quando, come sempre quando scrivo di lei, mia figlia ha letto il post mi ha detto che voleva che io andassi da lei, che veramente la sua era una richiesta di aiuto. Anche un blog aiuta a comunicare a questa età!
Quando leggo le tue avventure familiari, mi stupisco della capacità che hai di leggere le situazioni e la sensibilità nel viverle.. credo che tua figlia sappia benissimo che ogni sua richiesta è intercettata da una mamma così attenta e comunicativa…