Anche se purtroppo son passati i giorni e un po’ forse l’ho dimenticata, ecco qua la storia del secondo laboratorio a Colla Val d’Elsa in Biblioteca.
Alcune persone erano nuove, altre al secondo incontro, come la bambina, e non è la prima volta che capita, che ha voluto ripetere il suo personaggio e ha fatto di nuovo il pesce-palla, anche se alla fine è stata trasformata in damigella e regina, niente meno che moglie del magnifico re Artù, un bambino di sei anni, mentre una mamma strega Pasticciona aveva la figlia di quattro a un altro bambino di sei al suo seguito. Un’altra mamma ha voluto fare una sedia magica e che dire di quel simpatico orsetto? Lei è l’altra operatrice, ma dentro e fuori della storia mi sa che è quella che si è divertita più di tutti, non ha voluto neanche fare la damigella per continuare ad andarsene in giro a saltellare..
L’orsetto ballerino
Un piccolo pesce-palla si ritrovò un giorno a nuotare vicino a un pescecane che senza tanti complimenti lo vide, lo raggiunse e se lo mangiò in un sol boccone, si mise a galleggiare nelle acque basse vicino alla riva per digerire, come il lupo di Cappuccetto nel letto della nonna. Al pesce-palla, che era ancora vivo perchè il pescecane se l’era mangiato intero, non rimase che gridare -Aiuto! Aiuto! Aiuto!-sperando che qualcuno lo sentisse.
Ed ebbe proprio fortuna perchè proprio in quel momento passava lì a farsi un passeggiatina sulla riva un orsetto che si avvicinò saltellando e che sentì subito quella vocina senza capire da dove venisse, ma se diceva aiuto andava certo ascoltata.
-Chi sei?- chiese dunque l’orsetto.
-Sono un pesce-palla, sono dentro la pancia di un pescecane che mi ha mangiato, liberami, per favore!- rispose il piccolino.
Ma l’orsetto non aveva idea di come fare per liberare il pesce e così pensò di andare a chiedere aiuto.
-Torno presto, vado a cercare aiuto!- gli disse e si allontanò.
Se ne corse dalla strega Pasticciona, una strega sua amica che viveva nel suo stesso bosco insieme ai suoi due aiutanti, due simpatici maghetti apprendisti. Nonostante il nome la strega era abbastanza brava, quando non combinava appunto qualche pasticcio e poi era sua amica, certo lo avrebbe aiutato.
-Liberare dalla pancia di un pescecane, so come si fa!- esclamò la strega Pasticciona, -ma occorrono alcuni ingredienti: la spada di re Artù e una sedia magica.
Il bravo orsetto senza pensarci due volte se ne partì subito alla volta di Camelot, il castello di re Artù e dei cavalieri della tavola rotonda e facendosi accogliere a corte riuscì a presentarsi davanti al re.
Re Artù però non ero certo disposto a cedere la sua spada, ma neanche il tipo da lasciare qualcuno in pericolo, così si fece accompagnare dall’orsetto fino all’antro della strega Pasticciona per aiutare lui stesso il piccolo pesce-palla. La strega nel frattempo aveva trovato anche la sedia magica, lei se ne intendeva di queste cose e sapeva dove andare a cercare, e potè preparare un filtro, grazie anche alla spada del re che serviva per miscelare gli ingredienti, che andava versato sopra il pescecane, il pesce-palla sarebbe stato immediatamente liberato. Per arrivare fino al pescecane, in mezzo al mare, la strega trasformò la sedia magica in un piccolo vascello, pronto a navigare, ma re Artù, che teneva in mano il filtro da versare sul grosso pescecane, non aveva idea di come fare per governare la piccola imbarcazione in mezzo alle onde. Ma con la strega Pasticciona non c’era nessun problema, prese l’orsetto e lo trasformò in Braccio di Ferro, il famoso marinaio che salì subito sul vascello e così i due eroi partirono.
Il pescecane si era allontanato, ma il piccolo pesce-palla continuava a gridare aiuto a più non posso e così ben presto lo raggiunsero, re Artù verso il filtro e subito il pesce-palla si ritrovò a nuotare libero mentre quel grosso mangione rimase come tramortito.
Il vascello si avviò allora verso la riva con il piccolo pesce che guizzava felice qua e là, quando si alzò un forte vento e si scatenò una tremenda tempesta. Per fortuna Braccio di Ferro sapeva il fatto suo e riuscì così a riportare re Artù a riva sano e salvo. Il pesce-palla non volle separarsi dalla compagnia dei suoi salvatori e così fu portato dentro una grossa vasca fino a Camelot dove venne messo sul fossato che circondava il castello. Anche la strega Pasticciona fu invitata con i suoi aiutanti alla grande festa organizzata per il ritorno del re a corte e la sedia magica-vascello fu trasformata, con sua grande soddisfazione, dalla strega in un nuovo e favoloso trono per Artù.
Il re propose allora all’orsetto-Braccio di Ferro di farsi trasformare in damigella dalla strega e di diventare così la sua sposa e la sua regina. Ma una volta trasformato l’orsetto non è che si trovò molto soddisfatto nelle vesti di fanciulla, preferiva tornare a saltellare per il suo bosco e poichè non è che fosse diventato una gran bellezza anche il re ne fu lieto e la strega lo ritrasformò in orsetto. A quel punto la strega Pasticciona, con molta saggezza, trasformò in fanciulla il piccolo pesce-palla che diventò una fanciulla così bella e aggraziata da ricordare una sirena.
La corte, finalmente soddisfatta, si avviò in corteo verso la sala del ballo, il re e la fanciulla-pesce-palla in testa, la strega Pasticciona con gli aiutanti al seguito e a chiudere saltellando, proprio come un orso ballerino, il simpatico e generoso orsetto.