Lo so che è ripreso da quello che ho scritto qui per una scorsa Pasqua, ma ascoltarlo oggi alla radio alla mia rubrica mi è molto piaciuto. In attesa che venga messo nel podcast ecco il testo e il link alla canzone.
In questi giorni inizia la Settimana Santa, la Pasqua si avvicina. Spero di trovare un momento anche quest’anno per dare un senso a questi giorni con mio figlio, che tra pochi mesi farà la Prima Comunione. Lo scorso anno mi misi a guardare la Bibbia illustrata che abbiamo a casa e un altro libro che racconta l’ultima settimana della vita di Gesù per spiegargli i riti della Settimana Santa.
Io sono credente e praticante e anche da qualche anno di nuovo catechista, come facevo da ragazzina. Mi sono sentita di restituire un po’ di quello che io nella mia crescita ho ricevuto in parrocchia, gli amici, le occasione di autonomia e di socializzare, le tante situazioni emozionanti che mi hanno fatto scoprire cosa provavo dentro di me e imparare a gestirlo, anche solo commuovendomi cantando Tu sei la mia vita o Fratello sole sorella luna. Per la fede lascio fare alla grazia di Dio, io cerco di raccontare più che altro, di far conoscere: la messa del giovedì santo che ricorda l’Ultima Cena con la lavanda dei piedi, la Via Crucis per ricordare la Passione che inizia con l’arresto nell’orto degli ulivi dopo il tradimento di Giuda per trenta denari, certe cose sono rimaste nei nostri modi di dire, ma senza la storia i nostri figli non possono comprenderle. Dopo il tradimento proseguo il racconto con l’arresto, il processo, la morte e sepoltura, le campane che non suoneranno per tre giorni, e anche questo spesso i nostri figli non se ne accorgono né ne sanno il motivo. Poi finalmente arriva la Pasqua che viene di domenica , sempre, perchè “il terzo giorno è risuscitato” e non ha un giorno fisso nel calendario come il 25 per Natale e dipende invece dalla luna di marzo che ne definisce la data.
Certo nei miei figli l’attesa più grande rimane quella di poter aprire la sfilza di uova di cioccolata la domenica mattina, ma in realtà la curiosità parte con il voler comprendere il significato dell’olivo benedetto, da dove viene. E’ sempre bello scoprire insieme il senso di quello che per tradizione se non per fede viene vissuto nelle nostre chiese e nelle nostre famiglie in questi giorni.
Insieme al messaggio religioso, che certo svilupperà a modo suo crescendo anche con tanti altri stimoli ed esperienze, resta il fatto di poter comprendere il senso storico e tradizionale, oltre che religioso di quello che facciamo. E soprattutto imparare e rendersi conto che ciò che noi facciamo è legato ad un passato, imparare le nostre usanze e come sono legate alla nostra storia, si arriva fino a Mosè, all’agnello e alla Pasqua ebraica, alla fuga dalla schiavitù d’Egitto e dal Faraone, per scoprire che siamo parte di un qualcosa che è iniziato molto prima di noi e di cui noi siamo un anello, che facciamo parte di un’unica catena.
Molti riti familiari nei giorni delle feste, inclusa la Pasqua ebraica, partono e partivano dalla richiesta di un bambino al più anziano della famiglia di sapere cosa significasse quello che si celebrava.
Nel mio ragazzo, con i nostri libri colorati in mano, citando film a cartoni o avvenimenti della nostra vita, anche con mia figlia che come sempre senza darlo a vedere ascolta, sento che a modo mio, senza pretese, porto avanti una tradizione antica come il nostro vivere sulla terra, quella di ricordare che per comprendere quello che siamo noi oggi, dobbiamo anche guardare da dove veniamo e sapere che ciò che abbiamo proviene anche dai sacrifici e dalle conquiste che molti hanno compiuto prima di noi ed imparare ad esserne grati.
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