Pensavo a quale scegliere tra questi due film che abbiamo visto da poco, ma in fondo ne posso parlare insieme perchè sono due facce della stessa medaglia.
Io e Marley, film di successo americano con due attori famosi da commedia romantica, ero curiosa di vederlo perchè se un film piace a molti spesso rappresenta un bisogno, dove siamo. E anche perchè i miei figli, anche se l’avevano già visto, l’hanno voluto riguardare, nonostante già sapessero delle lacrime finali. Potrei definirlo un film non-film, perchè in realtà in ogni momento mi aspettavo un evento spettacolare, almeno un’impresa del cane Marley, che succedesse qualcosa. Invece succede solo la vita, la vita di una coppia che pian piano diventa una famiglia, cose che ognuno di noi conosce e il finale ricorda che l’amore, la serenità e anche la felicità sono fatte non soltanto di gioia, ma di impegno, di fatica, di dolore e tristezza, del tempo che trascorre e delle cose che passano. L’importante è saperle vedere, saperle apprezzare, come dice il bambino più grande quando gli viene chiesto di dire qualcosa sul suo amato cane, -Lui lo sa- risponde e lì mio figlio si è sciolto in lacrime, lacrime buone, di sensibilità, di affetto.
Il finale de La misma luna invece arriva dopo una serie interminabile di disavventure che vive il piccolo protagonista, un bambino messicano che alla morte della nonna parte da solo e da clandestino alla volta di Los Angeles per trovare la madre che è emigrata là. Un’altra America, quella degli immigrati, dei clandestini, ben diversi dai protagonisti del mondo dorato del primo film. Ma anche qui quello che conta sono gli affetti, la determinazione e il coraggio che non abbandonano mai il piccolo Carlitos e che risvegliano sentimenti anche là dove meno se lo aspetta. E’ una bellissima fiaba e intanto però si scopre quanto siamo uguali, anche noi con tanti immigrati, più di quanto siamo diversi. Io e mio figlio, più o meno la stessa età del protagonista, lo abbiamo visto insieme, per caso, neanche dall’inizio. Ci ha catturati fino alla scena finale, quegli sguardi che dicono più di ogni parola, per cui anche qui ci siamo commossi fino alle lacrime. Saranno i film che meritano o forse saremo noi che siamo dei piagnoni?
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