Quando i bambini crescono, una delle tappe importanti e, oserei dire, obbligate, è quella di raccontar loro delle storie. Prima di andare a dormire, in viaggio o in altri momenti della giornata. Deve essere qualcosa di divertente, spontaneo e naturale. Tutti abbiamo la capacità di inventare qualcosa ma se le idee non vengono… il libro : “Storie per fare le cose” può essere indubbiamente d’aiuto.
Sinceramente, quando l’ho preso tra le mani ho pensato: “Ma cosa me ne faccio di questo libro? A me la fantasia certo non manca…”
Eppure…
Caterina Comi, l’autrice, è stata in grado di riattivare le “fiabe nascoste nel mio cervello”. Già, perchè un conto è credere di saper raccontare delle favole, un altro è farlo al lato pratico. Il libro l’ho inteso come un spunto, il l”là” per dare sfogo alla mia fantasia. E, perchè no, magari anche per rubare qualche racconto e, reinterpretandolo, raccontarlo a mia figlia. (ora troppo piccola per capire tutto ma mi sto già allenando…).
Ma perchè si chiama “Storie per fare le cose”? Perchè l’autrice propone delle fantasiose storielle da tirar fuori nelle occasioni che tutti noi genitori ben conosciamo: in caso di capricci, di timori, di coccole, piagnistei etc etc.
Morale, lo consiglierei? Sì perchè è un piccolo gioiellino (il libro è molto leggero, si legge in un baleno) che, davvero, è grado di stimolare il piccolo narratore che è in ciascuno di noi.
Lo puoi ordinare online su IBS ma dovrai pazientare un po’ perchè i tempi di attesa sono di alcune settimane.
Intervista con l’autrice:
Sei mamma di due bambini oltre che educatrice, psicologa e psicoterapeuta. Personalmente sono cresciuto con mio padre che mi raccontava sempre un sacco di storie prima di addormentarmi e gli sono eternamente grato per questo.Tu addirittura ne hai fatto un libro. Come ti è venuta l’idea e quando hai cominciato a scriverlo?
In realtà è stata la trascrizione delle storie che ricordavo, o mi hanno loro ricordato meglio, di quelle che sono diventate dei classici di famiglia,
diciamo così. Le storie sono nate perchè mia figlia, e dopo anche mio figlio, era insaziabile e mi stufavo di raccontare sempre le stesse. Inoltre i bambini
adorano,almeno i miei, le storie dove sono loro i protagonisti, magari velatamente, c’era un bambino e una bambina così e così, senza dire i loro
nomi, così dopo volevano solo storie inventate e non più quelle classiche.
L’idea delle bizze è venuta perchè era ormai uno strumento consolidato. Io in realtà scrivo da tanto, ma non avevo il coraggio di uscire allo scoperto. ora
ho fatto una mappa-storia-gioco didattico-storica, è complicato, ma è così, su Monteriggioni, dove io vivo ed è in vendita nel negozio dei souvenir. Poi ho
scritto anche una fiction che vorrei diventasse anche un libro, insomma sono piena di progetti, realizzarli poi è un’altra cosa, ci vuole tanto lavoro, un
passo alla volta.
Sei soddisfatta del risultato?
Certo dopo un anno che l’ho scritto sono cambiata e vedo dei limiti nello stile, dei miglioramenti che potrei fare. Ma dei miei personaggi, io li vedo dentro di me, sono contenta,
sento di non averli traditi, sono proprio loro e quando li rileggo mi diverto e mi emoziono, quindi va bene così.
E i tuoi figli? Non erano gelosi delle “loro” storie?
I miei figli sono stati orgogliosissimi, specie la grande, del libro e sono stati coinvolti anche con i loro amici, con mio figlio avevamo già fatto una cosa per il suo asilo e lui aveva fatto i disegni. Inoltre anche per
i loro amici è stato importante vedere un libro e conoscere chi lo aveva scritto, sono rimasti, così mi hanno detto le mamme, molto colpiti e contenti.
Ci sarà una seconda uscita con più racconti?
Avrei voluto fare il libro tutto illustrato ma non è stato possibile per ragioni economiche e di tempo.Mi piacerebbe farne una seconda edizione così. Ma soprattutto vorrei fare una
nuova edizione corale, con i racconti e le idee di altri genitori ed educatori, il blog è nato anche e soprattutto per questo, io intanto raccolgo tutto quello
che mi arriva.
Quanto è importante, secondo te, un dialogo di questo tipo con i figli?
Io credo che la cosa importante sia stare in relazione con i figli con quello che ci piace, a me piacciono le storie, ci ho fatto persino la tesi di laurea: Psicologia cognitiva e didattica. la comprensione delle storie
nei bambini! Ma ognuno ha i suoi canali, purchè siano aperti, non ci si nasconda dietro il ruolo, i figli lo sentono fin da piccoli e passa la gioia e la serenità . Ho visto il babbo di un compagno di mio figlio giocare a pallone con il figlio, si vedeva proprio che si divertiva, emanava divertimento e
serenità al suo bambino e anche che stava bene con lui, invece siamo spesso stanchi e di fretta quando siamo con loro. Se facciamo una cosa che ci piace la fatica se ne va e il resto passa in secondo piano.
Ti sembra che il ruolo del genitore stia cambiando negli anni?
Moltissimo. Siamo sempre meno dietro un ruolo prestabilito, sempre più bisognosi di crearcene uno nostro con però meno tempo ed energie da dedicarci e assediati dai tanti stimoli, viviamo in
mezzo ad un flusso continuo.
Un consiglio che ti senti di dare ad un genitore che non racconta mai storie ai figli:
Leggergli le mie! Provare a leggere insieme anche se non si è mai fatto, scoprendo un ritmo ed un’intimità oggi rara e per questo ancor più preziosa anche se all’inizio può creare
imbarazzo.
Perchè andrebbe acquistato il tuo libro?
Per scoprire un’idea che funziona e per scoprire che ognuno può inventare le proprie storie e le proprie soluzioni.
Qual’è la cosa più difficile, per te, del mestire di mamma?
Ce ne sono tante! Ma come dico sempre quando parlo a genitori, la prima cosa da fare è imparare a perdonarsi di non essere genitori perfetti e volersi bene lo stesso.
E tuo marito? Quanto è importante la sua figura per i tuoi figli?
Gli racconta anche lui le storie?
Mio marito è tanto con i piedi per terra quanto io sono con la testa per aria! Nel senso che è un tipo molto pratico e manuale. Lui ha i suoi canali, come io ho i miei. Comunque le storie le legge,
non le inventa, anche se ha interpretato decine di volte il principe azzurro o il lupo cattivo nei giochi del lettone.
La blogosfera è piena di mamme. I papà invece latitano.
Come mai?
Per lo stesso motivo per cui gli uomini quando si incontrano parlano di calcio,di lavoro, di obiettivi da raggiungere, mentre le donne parlano di relazioni. E’ un dato di fatto, siamo diversi.
E’ vero che il prossimo libro lo chiamerai: “Storie per bravibimbi.it”?
Voi scherzate, ma il tono leggero e scanzonato che ci accomuna chissà che non ci porti davvero a fare qualcosa insieme? Vedremo…
Mio figlio mi reclama, il flusso deve continuare Ciaooooo! Caterina
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