Si sa la fine dell’infanzia è anche la fine del vedere nei genitori il riferimento assoluto per la propria vita. Bisogna attaccarsi agli amici, al mondo adolescenziale per sostenersi a vicenda in questo abbandono che è necessario compiere per poter crescere.
Così noi poveri genitori ci ritroviamo improvvisamente relegati al ruolo di rompiscatole anacronistici, “antichi”. Ma anche questo fa parte del nostro compito, lasciarli andare.
Mia figlia che non ha perso tempo in questa fase ormai ci tratta come dei vecchi bacucchi che non capiscono più niente del mondo e soprattutto delle cose che contano, che contano per lei.
Salvo ogni tanto provare il bisogno insopprimibile di saltarmi in braccio attaccandomisi come un Koala all’albero visto che è alta quanto me. Ma sono sprazzi, ormai.
Avere invece apprezzamenti dall’alto dei suoi dodici anni è un’altra faccenda.
Giorni fa mi raccontava del suo bisogno di cambiare, che le stesse cose le vengono a noia.
Allora mi è venuto spontaneo citare la mia storia della goccia.
Questa storia, che è nel mio libro, l’ho raccontata una sola volta a suo fratello poi l’avevo dimenticata, me la ricordò lui.
Quindi anche per lei è poco familiare, inoltre ha un tono e un linguaggio diverso dalle altre, tanto che se non fosse stato per il tributo a mio suocero, eravamo con lui quel giorno, non l’avrei messa nel libro, mi sembrava stonasse.
Mia figlia, assidua lettrice, se ne è accorta, ma è ben altro quello che mi ha sorpreso e inorgoglito.
-..così la goccia rimase lì. –
-Mamma, ma questa storia è bellissima, dove l’hai letta?-
-Come dove l’ho letta, l’ho scritta io, no? E’ nel libro!-
-Davvero? Ma è bellissima, sembra una storia di uno scrittore, non di una persona normale!-
-Be’, ma anche gli scrittori sono persone, no?-
-Ma questa non è come di scrivere di Dotto e dei sette nani! E’ proprio una storia, ed è proprio bella!-
Il premio Strega, Bancarella, Andersen? Mi fanno un baffo..
Per chi non l’avesse letta nel libro e a questo punto è curioso:
La storia della goccia
Vorrei raccontarvi ancora una storia che dedico a una persona carissima che ho perso in questi giorni, il nonno dei miei bambini. Eravamo insieme al ristorante e mio figlio, ha avuto bisogno del bagno, ed essendo un ambiente nuovo sono dovuta restare lì a fargli compagnia… Non era il massimo della poesia, e allora ho inventato una storia. C’era il rubinetto del lavandino che perdeva e io ho immaginato questo:
C’era una volta una piccola goccia che usciva da un rubinetto che perdeva, se ne stava lì attaccata e non andava né su né giù. Non si divertiva e non era per niente soddisfatta di quella posizione “Vorrei uscire da qui, conoscere terre nuove e trovare un posto meraviglioso dove poter stare e vivere felice”.
Mentre era lì che rifletteva arrivò davanti alla finestra la Fata del Vento. La minuscola Fata del Vento viaggiava nel cielo sopra un minuscolo cocchio trainato da una lumachina dorata che lasciava una minuscola scia di polvere dorata là dove lei passava. La lumachina aveva fiutato un desiderio da esaudire, le lumachine dorate possono riconoscere i desideri nell’aria anche se si trovano molto distanti.
La goccia quando la vide la chiamò subito: “Fata del Vento ti prego, puoi aiutarmi? Voglio uscire da qui e andare a conoscere terre nuove e trovare un posto meraviglioso dove poter stare e vivere felice”.
La Fata rispose: “Posso trasportarti con il mio soffio e lasciarti dove tu desideri”.
Allora la goccia salutò il rubinetto e si preparò a partire.
Un soffio leggero, ma continuo la trasportò fuori dalla finestra e oltre, sopra i tetti e le strade. La goccia guardava giù, vide un largo prato verde e se ne innamorò.
“Qui!”, esclamò, “Qui andrà bene!”
La Fata la depose su un filo d’erba accanto a una goccia di rugiada proprio mentre passava di lì una coccinella.
“Grazie Fata del Vento!”, salutò cortesemente la goccia, ma la Fata era già ripartita, trainata dalla lumachina attratta da nuovi desideri che affioravano qua e là. Trascorse dei giorni felici la goccia immersa in quel verde di cui si beava, ma piano piano ci si abituò e cominciò a desiderare nuovi colori e nuove terre.
Arrivò allora la Fata del Sole, che la sua lumachina dorata aveva sentito il desiderio e si avvicinò al filo d’erba dove la goccia si trovava.
“Fata del Sole”, subito si fece avanti la piccolina, “Puoi aiutarmi? Desidero tanto trovare un posto meraviglioso dove poter stare e vivere felice”.
La Fata del Sole rispose: “Posso trasportarti in cielo col mio calore e farti arrivare fino a una nuvola”.
“Va bene”, rispose la goccia e salutati il filo d’erba e la coccinella si preparò a partire.
Un calore tenue ma continuo la rese leggera leggera e così iniziò a salire e si ritrovò in mezzo a una nuvola, insieme a milioni di gocce uguali a lei.
“Grazie Fata del Sole”, salutò cortesemente, ma anche lei era già volata via.
Adesso vedeva tutte le sfumature dal bianco, al grigio fino al nero di tutte le nuvole che incontrava e ne restò affascinata.
Ma dopo un po’ di tempo anche questi colori cominciarono a sembrarle sempre gli stessi e cominciò a desiderarne ancora di nuovi e nuove terre.
Allora lo vide, il posto meraviglioso dove poter stare e vivere felice e desiderò con tutta se stessa di raggiungerlo.
Subito arrivò la Fata della pioggia e la goccia subito le chiese se poteva aiutarla ad arrivarci. La Fata poteva trasportarla con la pioggia, ma non sarebbe stato sufficiente. Il suo desiderio era però così ardente che lo sentirono anche le lumachine della Fata del Vento e della Fata del Sole che giunsero lì sulla nuvola.
La Fata della Pioggia fece piovere la piccola goccia, la Fata del Vento la trasportò col suo soffio fino all’orizzonte e la Fata del Sole la sollevò e la fece risplendere col suo calore e così la piccolina si ritrovò nel luogo che aveva visto: una miriade di colori che tante piccole gocce come lei creavano stagliandosi contro l’azzurro del cielo.
La goccia si sentì finalmente a casa e quando si girò per ringraziare le sue amiche fate vide che tutte e tre si inchinavano a salutare il grande Padre Arcobaleno.
Ed è lì che lei si trova ora e vive felice e anche tu potrai vederla e gioire insieme a lei ogni volta che davanti a te incontrerai il grande arco colorato dell’arcobaleno.
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