Eccomi qua, dopo tante belle parole e frasi ad effetto.
Mia figlia stamattina è partita, da sola per la prima volta, per andare al mare per tre giorni dalla migliore amica -Mamma, amica del cuore non si dice, è da vecchi-
Mi rendo conto, intanto, che se non fosse stato per mio marito io non l’avrei mandata, agganciandomi al suo tipico dire no e tirarsi indietro, che questa volta, chissà perchè, non ho contrastato. Quando invece ha capito che il padre non si sarebbe lasciato convincere e non si sarebbe smosso è uscito tutto il suo entusiasmo per la cosa.
Durante i saluti sono stata ineccepibile, poche raccomandazioni e niente scene, liscia come un bicchier d’acqua.
Poi sono andata a portare mio figlio ai campi estivi che si svolgono nella scuola media, la “sua” scuola.
E mentre uscivo, completamente inattese e a tradimento, mi sono spuntate le lacrime. E mi sono sentita tradita e abbandonata, persa.
Poi, forse perchè mi sentivo alle spalle il babbo di Billy Elliot, il professor Keating e Alfredo, ma voi siete uomini che ne volete sapere?, che mi guardavano con aria sorniona, mi sono sentita piccina piccina.
E allora le lacrime si sono trasformate parlandomi della sofferenza, ma insieme della gioia di vedere questo piccolo miracolo, mia figlia che cresce e che ha compiuto oggi un nuovo importante passo. Così la commozione ha mescolato tutte e due le cose.
“Quando siete felici, se scruterete il vostro cuore, troverete che è ciò che vi ha fatto soffrire a darvi ora la gioia,
E quando siete afflitti, guardate ancora nel cuore, e scoprirete che state piangendo solo per ciò che vi ha reso felici.” (sempre Gibran)
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